perché sposarsi a ischia

Perché sposarsi ad Ischia: i motivi per scegliere l’Isola verde

Ischia è la più grande delle isole partenopee ed è conosciuta anche come l’isola verde per la rigogliosa vegetazione. La sua origine vulcanica ha reso il suolo estremamente fertile e l’ha dotata di un prezioso patrimonio di acque sorgive termali. L’isola è divisa in 6 comuni: Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno, Forio, Serrara Fontana e Barano d’Ischia.

Centro pulsante della vita dell’isola è Ischia Porto che ospita spiagge meravigliose come quella di Cartaromana posizionata di fronte al Castello Aragonese, uno dei manieri più belli e ricchi di storia del Mediterraneo che sorge su un isolotto di roccia vulcanica.

I colori dell’isola d’Ischia

Chi arriva ad Ischia resta colpito dalla magnifica vegetazione che, malgrado la forte antropizzazione, ricopre le colline ed i monti dell’isola.

In particolare vi sono ancora molte zone ricche di macchia mediterranea intatta, degna di interesse, piena di specie profumate e aromatiche e di alcune rarità botaniche. Sono proprio queste ultime a rendere la flora dell’isola d’Ischia unica ed invidiata in tutta l’Europa. Esemplari di Arbutus unedo L. (corbezzolo) ed Erica arborea L. (erica) sono frequenti nel settore settentrionale. La macchia assume aspetti diversi; in generale gli elementi mesofili tendono a ridursi. Il corbezzolo, dominante sui versanti meno asciutti e più freschi, ha foglie lucide e di un verde allegro, raggiunge spesso dimensioni di un piccolo albero e in autunno si ricopre di fiori bianchi e di frutti rosseggianti.

Erica arborea la si trova spesso con Arbutus unedo, ma talora è dominante sulle pendici a sud ovest, dove il corbezzolo assume forme che dimostrano la sua scarsa resistenza al vento.  A queste specie si unisce Olea europaea L. varietà sylvestris Brot. (oleastro) costituendo basse ed impenetrabili macchie che regolarmente si arricchiscono, nei diversi settori dell’isola, di altre entità propriamente mediterranee.

Nei terreni costituiti da detriti di falda, cioè nelle fiancate ripide o pianeggianti in fondo a piccole valli o depressioni, nelle aree scoperte che si intercalano alla macchia e nei terreni rimaneggiati e poi abbandonati dall’uomo, sono presenti prati erbosi costituiti da esili piantine annuali e alcune piccole Orchidacee dalle corolle vivacemente colorate. 

I Sapori

La tradizione vitivinicola è radicata sull’isola d’Ischia fin dall’epoca della colonizzazione greca (700 a.c. circa), non a caso l’antico reperto della Coppa di Nestore era proprio una coppa per bere vino. La produzione vinicola ha sostenuto l’economia isolana per diversi secoli,  modellandone il territorio con la costruzione di terrazzamenti per le coltivazioni e sviluppando una cultura più contadina che marinara.

Questa identità si manifesta anche in cucina, dove gli elementi più utilizzati sono sempre stati e sono tutt’oggi ortaggi e animali che necessitano di piccoli spazi (conigli, galline, maiali, capre). Certo si sono sempre utilizzati anche i pesci come alimento, ma in parte marginale rispetto per esempio al coniglio, che ancora oggi è la specialità gastronomica tipica del luogo.

Si continuano ad allevare i conigli nelle fosse, a cibarli solo di prodotti della terra, per poi gustarli in cucina con la ricetta tipica “all’ischitana”. Anche il maiale è rimasto uno dei piatti forti, onnipresente con le sua varie parti, cucinato in compagnia delle numerose erbe aromatiche scovate tra la vegetazione dell’isola.

Per accompagnare i piatti di cui sopra, ad Ischia si producono ottimi vini, originati dalle uve che nei secoli, attraverso la lunga esperienza, sono state selezionate dai contadini: Biancolella, Forastera, Per’ e’ palummo, tutti vitigni autoctoni che danno il nome alle attuali DOC “Ischia”. I primi due sono bianchi, giovani, di buona freschezza che esalta i profumi, adatti a pesce, carni bianche e piatti leggeri. Il terzo è un rosso, sempre giovane o non di lungo invecchiamento, mai eccessivamente tannico, piacevolissimo anche in estate. Si gusta con sempre con coniglio o maiale ed anche con piatti più strutturati.

Per chi desiderasse scoprire itinerari curiosi, c’è la possibilità di cercare nell’entroterra, dove si trovano ancora antiche cantine scavate nel tufo e nelle grandi rocce vulcaniche, di cui l’isola è ricca. Queste cantine venivano costruite secondo canoni di “architettura mediterranea”, con le volte ad arco scavate tutto o in parte nella roccia, con particolari aperture (ventarole) chiuse da portoni o finestre a griglia per permettere il continuo passaggio dell’aria, indispensabile a ventilare l’ambiente durante la fermentazione alcolica.

Il mare

Ai sub che si immergono nelle acque di Ischia non potrà sfuggire la varietà di scenari che confondono l’occhio dei più esperti: così come l’ambiente esterno dell’Isola è caratterizzato da ambienti quanto mai vari (mare, collina, talvolta montagna) allo stesso modo, come in uno specchio riflesso, sotto la superficie del mare si apre un mondo di forme e colori inaspettati. 

L’intensa ricchezza biologica caratterizza una miscela di habitat molto particolare in tutto il Mediterraneo: ambienti rocciosi spettacolari con falesie a strapiombo si alternano a foreste sottomarine, grotte, archi passanti ricchi di anfratti ideale rifugio per la fauna ittica stanziale. Non a caso è stata istituita l’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” (Legge 394/91) che comprende il mare delle Isole di Ischia e Procida il cui scopo è quello di proteggere e valorizzare le sue forme di vita.

Regina dei fondali è certamente la Posidonia oceanica,  una pianta marina le cui foreste circondano con una cintura pressoché continua l’intero periplo dell’Isola. L’ambiente a Posidonia costituisce un polmone naturale per tutti gli ecosistemi marini costieri nonché una nursery ideale per pesci, molluschi, crostacei che vivono tra il fitto fogliame della pianta. Di notevole interesse biologico sono le profonde pareti di Sant’Angelo con il suo Corallium rubrum (corallo rosso) e Gerardia savaglia (falso corallo nero) e San Pancrazio con le sue colonie di gorgonie gialle (Eunicella cavolinii) e rosse (Paramuricea clavata).